NAIMA riflette i destini individuali di molti migranti che, a differenza degli “espatriati”, iniziano in un Paese straniero con prerequisiti completamente diversi. Diplomi non riconosciuti e difficoltà di accesso all’apprendistato spesso impediscono loro di sviluppare il proprio potenziale e di trovare il proprio posto nella società. Questo spesso si traduce in problemi di salute, soprattutto mentale, che creano un circolo vizioso per la loro esistenza professionale e familiare.
Nei media, i migranti appaiono spesso come un gruppo minaccioso, ma raramente scopriamo chi sono veramente. NAIMA mostra le lotte e il potenziale non sfruttato che molti portano con sé anche dopo anni di permanenza nel nuovo Paese. Guardiamo dietro la facciata del pregiudizio e mostriamo una combattente che cerca la strada per una giusta integrazione per sé e per molti altri. Naima non dovrebbe incoraggiare solo i migranti, ma tutti coloro che lottano per il loro posto nella società.
Autore: First Hand Films
Blue Sun Palace
Un’improvvisa esperienza di violenza catalizza un improbabile legame tra due immigrati della comunità cinese del Queens. Intraprendendo una vita lontana da casa e dal lavoro faticoso che li sostiene, i due viaggiano insieme attraverso il dolore nella speranza di trovare una famiglia.
My Sunshine
Su una piccola isola giapponese, la vita ruota intorno al cambiamento delle stagioni. L’inverno è tempo di hockey su ghiaccio a scuola, ma Takuya non ne è entusiasta. Il suo vero interesse è Sakura, una stella nascente del pattinaggio artistico di Tokyo, per la quale inizia a sviluppare un vero e proprio fascino. L’allenatore ed ex campione Arakawa intravede un potenziale in Takuya e decide di fargli da mentore per formare un duo con Sakura in vista di una prossima competizione. Con il persistere dell’inverno, i sentimenti crescono e i due bambini formano un legame armonioso. Ma anche la prima neve finisce per sciogliersi.
The Shameless
Renuka fugge da un bordello di Delhi nel cuore della notte dopo aver accoltellato un poliziotto. Prende il nome di una dea indù ed è costretta a nascondersi in una comunità di prostitute in una piccola città dell’India settentrionale. Lì incontra Devika, una giovane donna che sogna di diventare una rapper ma che è condannata dalla sua casta a una vita da prostituta Devadasi.
Renuka ha da tempo abbandonato la mentalità patriarcale della società indiana, anche se si guadagna i soldi per sbarcare il lunario. Devika è costretta a vivere all’interno di queste strutture e a subordinarsi.
Tra Renuka e Devika si sviluppa una storia d’amore proibita, che porta al conflitto.
Possono le due donne evadere insieme? Possono liberarsi dalle violente forme di controllo maschile e dalla realtà sociale? E dove le porterà il loro viaggio?
Nel thriller di Konstantin Bonjanov, le eroine sono profondamente disilluse dall’altro sesso, si liberano dalla sua presenza nella loro vita e, come donne senza vergogna, si permettono di non avere riguardo per niente e nessuno, persino di uccidere coloro che, come governanti senza vergogna, non lasciano loro altra scelta se necessario.
Nata Svetlana Stalin
Svetlana Stalin, l’unica figlia del dittatore Joseph Stalin, fuggì in Svizzera, lasciandosi alle spalle la natia Russia e i suoi due figli.
Dalla vetta dell’impero sovietico alla solitudine e alla povertà, il film ripercorre il viaggio e il destino di una donna decisamente libera.
È il ritratto di una donna che cerca di prendere il controllo della propria vita e di sfuggire all’ombra del padre. È la storia di una figura pubblica combattuta tra la sua educazione, le sue responsabilità di madre, le sue ambizioni di politica e le sue stesse ambiguità.
Nel 1967, all’apice della Guerra Fredda, Svetlana Stalin si recò all’ambasciata statunitense di Nuova Delhi per chiedere asilo. Il suo viaggio dall’India la portò da un gruppo di suore della Svizzera francese, che la nascosero nella loro casa.
Durante il suo soggiorno in Svizzera, non era in gioco solo il suo destino: a Ginevra si stavano svolgendo le discussioni sulla firma di un trattato di disarmo nucleare tra gli Stati Uniti e l’URSS!
Si temeva che il trasferimento della figlia di Stalin in Occidente avrebbe compromesso qualsiasi riavvicinamento tra i due blocchi.
Fino alla sua morte, avvenuta nel 2011, Svetlana è stata perseguitata dalla stampa, dai servizi segreti e da molti ammiratori. La donna soprannominata la Principessa del Cremlino non si riposava mai ed era costantemente in fuga.
Il film racconta la biografia con rari filmati d’archivio e una sottile animazione.
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Riverboom
Riverboom è l’odissea selvaggia di tre giovani giornalisti di guerra nel caos dell’Afghanistan, poco dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Serge, un giornalista stacanovista, Paolo, un fotografo tanto gioviale quanto ignaro, e Claude, un tipografo svizzero con un malato senso di prudenza.
Intrapresa questa avventura contro la sua volontà, Claude compra una videocamera nel bazar di Kabul per filmare questo folle viaggio che cambierà la sua vita… prima di perdere i nastri per vent’anni.Un road-movie emozionante, una tragicommedia documentaristica piena di umorismo e autoironia. Esaltante!
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Life is Beautiful – Al Haya Helwa
Palestinian filmmaker Mohamed Jabaly insists on telling stories from his hometown Gaza sharing his own experiences and perspectives, not accepting the boundaries imposed by international politics and rigid bureaucracy. Stuck in the cold and dark arctic of Northern Norway, only able to connect to his family online, he manages to activate his own creativity and the support from his friends to keep up his motto LIFE IS BEAUTIFUL.
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Andreas und Daniel teilen nicht nur eine lebenslange Freundschaft, sondern auch ihre Ausbildung zum Automechaniker in der pittoresken Garage von Herisau. Doch während Andreas in der Welt der Motoren aufblüht, fühlt sich Daniel in seiner Ausbildung gefangen. Sein wahrer Traum ist es, als Influencer die Welt zu erobern. Um spektakulären Content für seine Follower zu kreieren, lässt er sich von Andreas bei waghalsigen Stunts filmen.
Doch in ihrem Streben nach dem nächsten aufregenden Moment verlieren die beiden Freunde den Bezug zur Realität. Auf der Jagd nach dem ultimativen “Thrill” stürzen sie sich in gefährliche Situationen und verfallen immer mehr dem Sog von Drogen. Die Grenze zwischen ihrem eigenen Leben und den inszenierten Abenteuern verschwimmt zusehends.
Inmitten des Rauschs und der sich überschlagenden Ereignisse kommt es zu einem tragischen Zwischenfall, der nicht nur ihre Freundschaft auf die Probe stellt, sondern auch ihr gesamtes Leben auf den Kopf stellt. Während die beiden nach Antworten suchen, erkennen sie, dass ihre Suche nach Extremen nicht nur ihren emotionalen, sondern auch ihren physischen Zustand auf eine harte Probe gestellt hat. Eine Geschichte über Freundschaft, Selbstfindung und die gefährlichen Abgründe, die sich auftun, wenn man die Realität aus den Augen verliert.
Omegäng
Tauche ein „zmitzt“ in die faszinierende Welt unseres Dialekts und entdecke, warum er trotz der Globalisierung weiterhin blüht. Vor 160 Jahren, während des “Eisenbahnzeitalters”, fürchtete die Deutschschweiz den Verlust ihres Dialekts zugunsten des Hochdeutschen. Doch heute erleben wir das Gegenteil – der Dialekt bleibt lebendig und vielfältig.
Begegne herausragenden Mundartkünstlerinnen und Künstlern wie Franz Hohler und Big Zis. Sie und andere Personen aus Wissenschaft, Politik, Musik und Dörfern setzen sich im Film OMEGÄNG auf einzigartige und akribische Weise mit unserem Dialekt auseinander. Von Bühnen über Kellerräume bis zu den majestätischen Alpen – diese Menschen alle tragen dazu bei, dass unsere Sprache weiterhin gedeiht.
Erfahre erstaunliches über die Bedeutung von “omegäng” – einem vergessenen berndeutschen Dialektwort – und komm mit auf eine fesselnden Reise durch die moderne und alpine Deutschschweiz. Triff Menschen, die sich kreativ mit dem Schweizer Dialekt befassen, sei es stöbernd in alten Archiven, wo tausende Flüche schlummern, oder auf den Bühnen unseres Landes, wo Mundart als feministische Poesie messerscharfe Kritik übt, oder in die Dörfer wo “omegäng” noch immer gebraucht wird.
Wir werfen einen faszinierenden Blick auf sprachliche Veränderungen, die einerseits nostalgisch stimmen, andererseits aber auch gesellschaftliche Sprengkraft haben. Sei Teil dieser mitreissenden Reise durch unsere vielfältige Sprachlandschaft!
Franz Hohler – Franz Hohler ist ein Schweizer Schriftsteller, Kabarettist und Liedermacher.
Big Zis – Big Zis ist eine Schweizer Rapperin aus Winterthur im Kanton Zürich.
Pedro Lenz – Pedro Lenz ist ein Schweizer Schriftsteller, der meist in Mundart schreibt und vorträgt.
Alwa Alibi – Alwa Alibi ist eine Berner Rapperin, welche mit Mundart-Rap ihre Gedanken und Erfahrungen teilt.
Cachita – Die Rapperin und Muskerin verbindet in ihren Texten Englisch, Spanisch und Schweizerdeutsch.
Simone Felber – Mezzosopranistin, Leitung des Jodler:innenchors Echo vom Eierstock
Nadia Zollinger – Betreibt den Podcast «Dini Mundart»: Als Kämpferin für den Dialekt
Markus Gasser – Betreibt den Podcast «Dini Mundart»: Als Kämpfer für den Dialekt
Christoph Landolt – Chefredaktor Schweizerisches Idiotikon
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Se solo potessi ibernarmi
Vincitore del Premio del Pubblico al Film Festival Diritti Umani Lugano
Lontano dal romanticismo dei viaggi, la regista mongola Zoljargal Purevdash racconta la storia di un adolescente di talento che deve assumersi la responsabilità della sua famiglia, con molto umorismo e speranza.
Ulzii, un adolescente indigente ma molto dotato e orgoglioso, vive con la sua famiglia nel quartiere delle yurte di Ulaanbaatar. Ha la possibilità di dimostrare il suo eccezionale talento accademico in una gara di fisica, che significa una borsa di studio e la prospettiva di un futuro. Ma prima deve far superare ai suoi fratelli e sorelle il gelido inverno, e per farlo deve accettare un lavoro rischioso.
La regista mongola Zoljargal Purevdash racconta la storia senza compromessi di un adolescente pragmatico che diventa adulto nel freddo spietato della Mongolia, trovando umorismo e calore nella vita quotidiana della famiglia.
Questa storia gli ha assicurato un posto al Festival di Cannes di quest’anno, come primo film mongolo nella storia del festival.
« Un’opera prima sicura di sé » Screendaily
« SE SOLO PORTESSI IBERNARMI mette in luce non solo il divario tra città e campagna, ma anche la disparità socio-economica all’interno della metropoli » View of the Arts
« Onesto e commovente » View of the Arts
« SE SOLO PORTESSI IBERNARMI è un dramma sociale schietto con rilevanza locale, fascino universale e molto cuore » View of the Arts
«Una storia avvincente di difficoltà e ambizione » A Good Movie to Watch
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